La Varicella

"Una rondine non fa primavera....ma la varicella si!"

Cambia la stagione, il clima instabile sottopone l'organismo ad uno stress
adattativo notevole, i sistemi di difesa sono i primi a farne le spese
con una relativa immunodepressione ed i bambini (che sono già recettivi
per loro conto data la scarsa immunocompetenza) iniziano ad ammalarsi.
La varicella, che si esprime con una fioritura di vescicole ad ondate
successive, è la portabandiera delle possibili virosi stagionali. Gli
asili e la scuola (ambienti piccoli dove tutti si sta a contatto
stretto per molte ore al giorno) fanno da "melting pot": il risultato è
un aumento dei casi in questi periodi individuati tra Marzo e Maggio.
La lunga incubazione (circa tre settimane a partire dall'ultimo giorno
di contatto con un soggetto malato in fase attiva) fa si che la
diffusione sia piuttosto larga dato che, non conoscendo i possibili
"untori" che stanno incubando la malattia e che a breve la
manifesteranno, non c'è possibilità di arrestare la trasmissione con
l'isolamento. C'è da dire che il decorso è benigno nella gran
maggioranza dei casi. Inizia con la comparsa di piccoli elementi
eruttivi piani, di colore rosso, scarsi talvolta, che entro poche ore
dalla comparsa vanno riempiendosi di liquido sieroso assumendo il
tipico aspetto vescicolare che permette una diagnosi di certezza. La
varicella infatti è l'unica malattia infantile ad esprimersi in questo
modo. Niente febbre, niente malessere per un paio di giorni dopo i
quali inizia l'eruzione vera e propria (dalla terza-quarta giornata in
poi) con un aumento talvolta significativo delle vescicole che, a
gettate successive, interessano ogni tratto possibile di cute. A
seconda dello stato immunitario del soggetto affetto la quantità e le
dimensioni degli elementi è variabile (da poche vescichette sparse ad
una vera invasione ubiquitaria che include i genitali, le mucose, il
cuoio capelluto, sito quest'ultimo che costituisce nota
caratteristica). Compare la febbre che talvolta è alta e dura per
qualche giorno, fino al termine della fase florida (circa tre-quattro
giorni). Al termine di questo periodo l'essiccazione delle vescicole
(che tendono alla rottura spontanea) fa iniziare la fase di
risoluzione, un periodo della durata, a sua volta, di altri tre-
quattro giorni. Una volta che le vescicole siano ormai tutte croste il
contagio per i contatti è scongiurato ed il bambino può riprendere la
vita normale, asilo incluso (previa ed ovvia certificazione di avvenuta
guarigione). Questo decorso è caratteristico e riguarda la grande
maggioranza dei casi. Non c'è uno scadimento particolarmente accentuato
delle condizioni generali e, seppure a volte alta, la febbre è
facilmente dominabile con la comune tachipirina al bisogno. Inutili i
presìdi tradizionali per eliminare o ridurre il prurito (talco o
altro). Utile invece l'uso di piccole dosi di antistaminico che ha il
vantaggio di avere anche un blando effetto sedativo ed un notevole
effetto sull'attenuazione del grattamento, fenomeno che porta non solo
alla rottura delle vesciche ma anche alla loro infezione da parte di
batteri opportunisti (soprattutto stafilococchi) col risultato di vere
piaghette la cui cicatrizzazione porta poi alla permanenza di un segno
indelebile. Niente bagni durante la varicella (sempre per il rischio di
infezione delle lesioni cutanee); è invece consigliabile l'assoluto
riposo (direi addirittura l'immobilità) dato che meno energie si
consumano, più ne vengono utilizzate dai sistemi di difesa.
Alimentazione libera ed idratazione efficace completano l'elenco dei
mezzi a nostra disposizione per combatterla. E' intuitivo che la
comparsa di cefalea particolarmente intensa, di febbre che non recede
facilmente con i comuni antipiretici o che è particolarmente alta, la
presenza nelle vesciche di materiale purulento invece che di siero, la
tendenza alla sonnolenza, debbono far pensare ad un decorso severo che
richiede un intervento medico maggiormente impegnativo. Rivolgersi al
curante è sempre consigliabile, se non altro per avere una certezza
diagnostica. Del resto, una volta acquisita, la varicella lascia
un'immunità specifica permanente seppure non impedisce la permanenza
nell'organismo del virus in equilibrio immunitario. I soggetti ex
varicellosi possono manifestare, da adulti/anziani, l'Herpes Zoster
(comunemente noto come "fuoco di sant'antonio"): rispetto a questa
evenienza nulla si può fare ne per la prevenzione ne per la previsione.
Unico dato costante è la comparsa in stati di particolare impoverimento
energetico dell'organismo (immunodepressione conseguente) a causa di
stress o malattie intercorrenti o età avanzata. Chi invece è in stato
immunitario efficiente (ad esempio gli adulti sani ed in normale stato
generale) difficilmente acquisisce la varicella o lo zoster. del resto
la prevedibilità del contagio è impossibile e quindi non rimane che,
durante il periodo florido, mantenersi il meglio nutriti possibile ed
il meno indifesi (riposo, attività fisica non gravosa, evitamento della
permanenza troppo prolungata in ambienti chiusi e con scarso ricambio
di aria).
Da qualche anno è stato messo a punto un vaccino il cui
potere di sieroconversione è stato rilevato come potenzialmente
efficiente nella prevenzione di una discreta percentuale di casi lievi e
di una lievemente minore percentuale di casi di media intensità. Da
pochi anni in circolazione, è ancora in fase di osservazione e la
ricerca punta a capire se la prevenzione della varicella col vaccino
non porti ad un aumento dei casi di zoster in età avanzata per un
meccanismo di stato di portatore indotto (qualche pubblicazione è già
comparsa in tal senso).
La prevenzione con gli antivirali è inutile: si
tratta di farmaci antireplicativi e quindi hanno un senso solo se la
malattia è già in atto. Negli adulti possono avere una giustificazione
come presidio terapeutico (e non preventivo) mente nei bambini molto
meno dati gli effetti collaterali negativi degli antireplicativi in un
organismo in crescita (e quindi in attiva riproduzione cellulare).

Traendo le somme cosa possiamo dire? Buona varicella a chi la contrae,
buona fortuna a chi sta accanto ad un malato e...dai: tutto sommato su
con la vita: nulla di drammatico