Riporto qualche articolo che testimonia l'efficacia della prevenzione delle malattie virali intercorrenti mediante supplementazione con Vitamina D. Dopo anni che pratico questa strategia finalmente qualcuno si è peritato di pubblicarne le evidenze scientifiche specificamente (anche se da ANNI ED ANNI è testimoniato che l'uso della vitamina D e della A nelle malattie virali è un metodo efficacissimo non solo per non contrarle ma anche per evitarne le complicanze). Buona lettura (sperando che sappiate l'Inglese....se no esistono i traduttori automatici)


EFFETTO PREVENTIVO SULE MALATTIE INFETTIVE VIRALI

Randomized trial of vitamin D supplementation to prevent seasonal influenza A in schoolchildren.
Urashima M, Segawa T, Okazaki M, Kurihara M, Wada Y, Ida H

Am J Clin Nutr. 2010 May;91(5):1255-60. Epub 2010 Mar 10.

Division of Molecular Epidemiology, Jikei University School of Medicine, Nishi-shimbashi 3-25-8, Minato-ku, Tokyo 105-8461, Japan. urashima@jikei.ac.jp

Abstract
BACKGROUND: To our knowledge, no rigorously designed clinical trials have evaluated the relation between vitamin D and physician-diagnosed seasonal influenza.

OBJECTIVE: We investigated the effect of vitamin D supplements on the incidence of seasonal influenza A in schoolchildren.

DESIGN: From December 2008 through March 2009, we conducted a randomized, double-blind, placebo-controlled trial comparing vitamin D(3) supplements (1200 IU/d) with placebo in schoolchildren. The primary outcome was the incidence of influenza A, diagnosed with influenza antigen testing with a nasopharyngeal swab specimen.

RESULTS: Influenza A occurred in 18 of 167 (10.8%) children in the vitamin D(3) group compared with 31 of 167 (18.6%) children in the placebo group [relative risk (RR), 0.58; 95% CI: 0.34, 0.99; P = 0.04]. The reduction in influenza A was more prominent in children who had not been taking other vitamin D supplements (RR: 0.36; 95% CI: 0.17, 0.79; P = 0.006) and who started nursery school after age 3 y (RR: 0.36; 95% CI: 0.17, 0.78; P = 0.005). In children with a previous diagnosis of asthma, asthma attacks as a secondary outcome occurred in 2 children receiving vitamin D(3) compared with 12 children receiving placebo (RR: 0.17; 95% CI: 0.04, 0.73; P = 0.006).

CONCLUSION: This study suggests that vitamin D(3) supplementation during the winter may reduce the incidence of influenza A, especially in specific subgroups of schoolchildren. This trial was registered at https://center.umin.ac.jp as UMIN000001373.

EFFETTO ANTINFIAMMATORIO
La supplementazione di vitamina D apporta grandi benefici come agente antinfiammatorio nei bambini con scompenso cardiaco cronico congestizio, aiutando l'accelerazione dei miglioramenti clinici e del riequilibrio citochinico. Lo dimostrano i risultati di uno studio in doppio cieco controllato con placebo effettuato da Soad A. Shedeed, dell'università di Zagazig (Egitto), su 80 neonati con scompenso cardiaco congestizio. Scopo della ricerca: verificare, a livello del sistema renina-angiotensina, gli effetti della vitamina D sulla soppressione delle citochine proinfiammatorie e sull'aumento di quelle antinfiammatorie, oltre che su altri parametri biochimici ed ecocardiografici nei neonati con scompenso cardiaco cronico. Ai pazienti assegnati al gruppo 1 sono state somministrate gocce di vitamina D3 per os, mentre al gruppo 1 sono state date gocce orali di placebo. In entrambi i gruppi le concentrazioni basali di 25-idrossivitamina D erano inferiori ai valori di riferimento. Dopo 12 settimane di intervento, l'integrazione di vitamina D nei neonati del gruppo 1 ha determinato - rispetto al gruppo placebo - un significativo miglioramento del punteggio dello scompenso, dei diametri telediastolici e telesistolici del ventricolo sinistro, della frazione d'eiezione ventricolare sinistra, e dell'indice di performance miocardica, insieme a un marcato aumento sierico della 25(OH)-D e di interleuchina-10, e a una riduzione di paratormone, interleuchina-6 e Tnf-alfa.

Pediatr Cardiol, 2012 Feb 18. [Epub ahead of print]

EFFETTO PROTETTIVO SULL'INTESTINO
Alti valori di vitamina D diminuiscono il rischio di Crohn

Elevati livelli plasmatici di 25-idrossivitamina D hanno dimostrato - in un'ampia coorte costituita solo da donne - di ridurre in modo significativo il rischio di morbo di Crohn e, seppure in modo statisticamente non significativo, di colite ulcerosa. È l'esito di una ricerca iniziata nel 1986, quando un team di ricercatori afferenti a diverse strutture ospedaliere di Boston chiese a 72.719 donne, di età compresa tra i 40 e i 73 anni, di compilare un questionario relativo alla loro alimentazione e allo stile di vita; basandosi su questi dati vennero elaborati valori predetti di 25(OH)D rispetto ai livelli misurati direttamente nel plasma. Lungo un follow-up di 1.492.811 anni-persona, durato complessivamente fino al 2008, gli autori - coordinati da Ashwin N. Ananthakrishnan, del Massachusetts general hospital di Boston (Usa) - hanno documentato 122 casi di morbo di Crohn e 123 di colite ulcerosa. Il livello medio predetto di 25(OH)D è stato di 22,3 ng/mL nel quartile inferiore e di 32,2 ng/mL in quello superiore. Rispetto al quartile con valori più bassi di vitamina D, il quartile superiore si è associato a un hazard ratio per il morbo di Crohn di 0,54 e per la colite ulcerosa di 0,65. La correlazione inversa che intercorre tra i livelli di vitamina D e queste due patologie si conferma in modo ancora più evidente se si prende in considerazione il rischio delle donne con livelli predetti di 25(OH)D superiori ai 30 ng/mL rispetto a quello delle donne con valori inferiori ai 20 ng/mL: l'hazard ratio è stato rispettivamente di 0,38 e di 0,57 per la malattia di Crohn e per la colite ulcerosa.