Qualche ulteriore nota sul latte vaccino prima dell’anno di età

 

cow-milkMarzo 2014. La diatriba “latte vaccino si/latte vaccino no” è tuttora viva. L’alternativa che si pone è con il latte “di proseguimento” in polvere o liquido da usarsi dai 4 mesi in poi. La condanna del latte vaccino viene pronunciata sulla base di alcuni parametri non del tutto privi di fondamento. Non è una valida fonte di ferro, contiene il doppio delle proteine rispetto al latte materno, ha una quantità di calcio molto superiore ed un rapporto calcio/fosforo sfavorevole, può indurre sensibilizzazione attraverso le proteine del siero, può dare meteorismo intestinale e stipsi…. e potremmo proseguire.

Mi fermo soltanto un attimo per prendere fiato e dichiarare: tutto vero ma SOLO SE CI SI RIFERISCE AL LATTE INTERO IMMODIFICATO che nessuno mai si sognerebbe di usare dopo il quarto mese (e, per quanto mi riguarda, fino a tutto il secondo anno d’età) così com’è, senza alcun adattamento e senza alcuna reintegrazione.

Mi spiego. Tutti gli studi che sono stati effettuati in merito ai possibili danni da latte vaccino prima dell’anno non dicono alcune cose fondamentali. La prima è che il latte di proseguimento NON E’ ALTRO CHE UN LATTE VACCINO IN POLVERE RIADATTATO; la seconda è che l’eventuale introduzione del latte vaccino AFFIANCA LO SVEZZAMENTO E NON LO SOSTITUISCE (questo significa che il latte non rappresenta più il 100% degli apporti ma una quota certamente inferiore che va dal 25 al 30%); la terza è che non si parlerebbe comunque di latte crudo ma pastorizzato e riadattato al calore in modo che la denaturazione delle sieroproteine sia efficiente (evitamento della sensibilizzazione) e che la caseina sia flocculata (migliore digestione ed evitamento di stipsi e meteorismo); la quarta è che il latte NON E’ IN OGNI CASO LA PRINCIPALE FONTE DI FERRO in bambini che dovrebbero trarlo da elementi di tipo differente (carne, pesce, uovo).

Molto tempo fa ho scritto un articolo su questo tema (per chi fosse interessato il link è nel mio sito:  http://www.stefanotasca.altervista.org/latte-vaccino-e-latte-di-proseguimento.html) dimostrando in modo direi inequivocabile che la modificazione casalinga del latte fresco intero porta il suo bilancio generale ed il potere nutrizionale ai livelli stabiliti dall’ESPGHAN (concentrazione di proteine, qualità e percentuale dei grassi, percentuale di zuccheri semplici, concentrazione in sodio) col vantaggio di non denaturare tutto ciò che di buono c’è nel latte fresco (aminoacidi liberi, EGF, xantine, caroteni, vitamine e quant’altro di termolabile inclusa la lattoferrina) e di conservare un sapore gradevole, accolto volentieri dal palato dei piccoli.

Sul latte di proseguimento, invece, ci sarebbero da dire alcune cose:

1) il processo di liofilizzazione ELIMINA tutti gli elementi termolabili del latte intero

2) Il cosiddetto “arricchimento” del latte in polvere non è altro che la restituzione di ciò che va perso col processo di liofilizzazione. Spesso le concentrazioni di vitamine sono eccedenti i fabbisogni (tanto che di recente molti, a livello internazionale, si chiedono se non faccia più male che bene)

3) L’arricchimento in ferro è potenzialmente dannoso per due motivi: il primo è che il ferro in eccesso promuove lo sviluppo e la virulentazione di germi potenzialmente patogeni ed il secondo è che comunque, a livello intestinale, in relazione al tasso di ferritina, il ferro in eccesso viene perso nelle feci (quindi è perfettamente inutile che ce ne sia così tanto).

4) Il costo!! Di questi tempi non è un fattore da trascurare!! Se, come viene consigliato, fino a tre anni si deve usare latte artificiale (proseguimento fino all’anno e poi “crescita”) il calcolo dei costi, rispetto all’uso del latte vaccino intero fresco modificato in casa (con la semplice diluizione in acqua e con l’aggiunta di semplici maltodestrine ed olio vegetale nelle opportune quantità) è solo immaginabile e, a mio parere, senza alcun vantaggio. Oltre a ciò, se si considera che contro ogni logica (e la letteratura in materia si sta facendo sempre più precisa) si “costringe” a svezzare dopo i sei mesi, usando pappe lattee, farine, omogeneizzati (invece di alimenti della tradizione opportunamente cotti e processati) fino almeno all’anno, la lievitazione della spesa diviene, per alcune situazioni economiche, francamente insostenibile.

Detto questo la conclusione è articolata su almeno tre cardini:

a) Il latte vaccino modificato in casa NON E’ UN OBBLIGO MA UN’ALTERNATIVA. Chi vuole usare latte in polvere (tenendo comunque presenti gli elementi che sopra ho enumerato) è padronissimo di farlo. L’attenzione maggiore, però, va posta alle quantità per pasto e alla diluizione (che io consiglio di aumentare per non incorrere in problemi intestinali). Spessissimo verifico eccessi e forzature che sono alla base di imperfette curve di crescita

b) Il latte vaccino modificato in casa DEVE ESSERE COMUNQUE USATO DOPO I QUATTRO MESI AD AFFIANCARE LO SVEZZAMENTO che è opportuno condurre usando prodotti freschi, cucinati in casa ed opportunamente trattati e non deve rappresentare più del 25-30% delle calorie totali. Esattamente come il latte di proseguimento NON PUO’ ESSERE CONSIDERATO COME L’UNICA FONTE DI FERRO E NUTRIMENTO. E’ importante sapere che un eccessivo carico di proteine del latte interferisce con l’introduzione di proteine nobili di derivazione differente. E’ di vitale importanza ricordare che la quantità di proteine in gr/Kg/die deve essere compresa fra 1,8 e 2,2: superare questa quantità giornaliera espone a problemi metabolici le cui conseguenze si pagano da adolescenti e da adulti (obesità, ipertensione, iperuricemia, iperazotemia, carichi renali incongrui, ecc.)

c) Il latte vaccino modificato in casa VA SOMMINISTRATO ALMENO FINO AI DUE ANNI (E FORSE TRE) DILUITO E REINTEGRATO. Il latte intero così com’è va riservato ad età maggiori ed in quantità stabilite rispetto al computo totale delle proteine previste per la dieta nel suo complesso. Le cose buone divengono cattive se si usano male!

Grazie per essere arrivati fin qui con la lettura :-)

 

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