L’ESCLUSIONE DEL GLUTINE DALLA DIETA, SENZA RAGIONI MEDICHE, FA MALE

 

download (3)Tra persone che conosco ma anche nella popolazione in generale è invalsa l’abitudine di “dichiararsi” intolleranti al glutine e quindi di sospendere questo elemento (giudicato “pesante”, “gonfiante” e quant’altro) pur in assenza di reali giustificazioni. Ho intenzione con questo scritto di mettere in guardia chi adotta questa scelta. Per i celiaci veri sospendere il glutine è essenziale ma per chi non è affetto dalla patologia molte sono le conseguenze. Qualche tempo fa Alessandro Tasca (Biologo Nutrizionista) ha scritto un trafiletto a tale proposito. Lo riporto perchè è estremamente significativo:

“L’esclusione totale di specifici alimenti basata sulla lettura di notizie, articoli o post è una pratica non solo inutile, ma anche potenzialmente dannosa.
Non esiste prodotto destinato al consumo umano che presenti caratteristiche tali da richiedere il totale e assoluto evitamento, esistono più semplicemente QUANTITA’ ADEGUATE da rispettare, diverse per ogni tipo di prodotto destinato al consumo umano.
Dove invece vi dovesse essere la REALE necessità di restrizione o esclusione di specifici alimenti a causa di allergie, intolleranze o specifiche patologie PROFESSIONALMENTE E UFFICIALMENTE DIAGNOSTICATE, è comunque d’obbligo il confronto e la pianificazione del piano alimentare con una figura specializzata nel settore, senza iniziative prese autonomamente senza le adeguate conoscenze.
Ovviamente, spero sia scontato, le “adeguate conoscenze” non includono l’ascolto e la visione di programmi radiofonici e televisivi, né la lettura di articoli e la visione di video postati su internet da perfetti sconosciuti, né la ricerca casuale di informazioni sui motori di ricerca.” (by Alessandro Tasca)

A conforto di quanto sopra riporto quanto in letteratura viene suggerito dalla ricerca in base a risultati di studi osservazionali.

1) Glutine e benefici cardiovascolari: La limitazione del glutine può portare a una ridotta assunzione di grani integrali, che sono in realtà associati a benefici cardiovascolari. I pazienti con malattia celiaca devono evitare l’assunzione di glutine per non avere conseguenze infiammatorie e problemi intestinali, ma negli ultimi anni la tendenza a non assumere glutine è in aumento tra individui che non presentano tale patologia, per la convinzione in continua diffusione che il glutine possa avere effetti dannosi in generale. Bmj 2017. Doi: 10.1136/bmj.j1892

2) Glutine e prevenzione del diabete tipo2: Consumare cibi “gluten free” è attualmente molto diffuso, anche tra le persone non celiache. Tale abitudine può però aumentare le probabilità di sviluppare diabete di tipo 2, secondo uno studio presentato alle Epi/Lifestyle Scientific Sessions 2017 dell’American Heart Association, a Portland (Usa). Gli autori, coordinati da Geng Zong, del Dipartimento di Nutrizione dell’Università di Harvard a Cambridge (Usa) hanno sottolineato che «mangiare più glutine può essere associato a un minore rischio di diabete di tipo 2», pari a un -13%. «La dieta gluten free è diventata popolare anche tra chi non presenta celiachia o intolleranza al glutine, nonostante ci sia carenza di evidenze che dimostrino come ridurre il consumo di glutine produca benefici di salute a lungo termine».
Data questa tendenza, il gruppo di Zong ha voluto capire se il consumo della proteina potesse influenzare in qualche modo la salute delle persone che non hanno apparenti ragioni mediche per evitarlo. «Gli alimenti gluten free spesso contengono meno fibre, vitamine e minerali» e ciò li rende «meno nutrienti», per cui «le persone non celiache dovrebbero riconsiderare i limiti all’assunzione di glutine» suggeriscono gli autori, in un’ottica di «prevenzione delle malattie croniche, specie del diabete». Nella ricerca – uno studio osservazionale a lungo termine che ha valutato l’entità del consumo di glutine e i suoi effetti nei partecipanti a 3 ampi studi nazionali, per un totale di quasi 200mila persone – Zong e colleghi hanno calcolato che la maggior parte aveva un consumo di glutine inferiore a 12 g/die e hanno visto che, all’interno di questo range, chi mangiava più glutine mostrava un rischio ridotto di sviluppare diabete di tipo 2 nei 30 anni di follow-up. Inoltre, chi assumeva meno glutine, tendeva a introdurre meno fibre cereali: ingrediente noto per proteggere dal diabete. Considerando anche questo fattore, gli studiosi hanno concluso che le persone nella fascia più alta di consumo di glutine avevano una probabilità inferiore del 13% di sviluppare diabete di tipo 2, rispetto a quelle nella fascia più bassa di assunzione della proteina. «Nello studio erano i partecipanti ai tre studi che riferivano il proprio consumo di glutine e il lavoro è di tipo osservazionale» puntualizzano gli autori che, pertanto, ritengono opportuno che i risultati siano confermati da altre ricerche. Ciò anche perché, aggiungono Zong e colleghi «la maggior parte dei partecipanti hanno preso parte agli studi prima che le diete gluten-free diventassero popolari» e quindi mancano i dati relativi alle persone che si astengono dal glutine solo perché pensano che ciò sia benefico.

3) Aumento Mercurio e Arsenico in sangue ed urine di chi fa diete senza glutine: Nelle persone che seguono diete senza glutine sono stati riscontrati elevati livelli di arsenico e mercurio, almeno secondo quanto conclude uno studio pubblicato su Epidemiology, prima autrice Catherine Bulka della University of Illinois a Chicago. I ricercatori hanno esaminato i biomarcatori ematici e urinari dell’esposizione a metalli tossici in 7.471 partecipanti al National Health and Nutrition Examination Survey tra il 2009 e il 2014, di cui 73 dicevano di seguire una dieta priva di glutine. Così facendo gli autori hanno scoperto in quest’ultimo sottogruppo alte concentrazioni di arsenico urinario e di mercurio ematico. Per dirla in numeri, dalle analisi è emerso che i pazienti in dieta gluten-free avevano il 70% in più di mercurio nel sangue e il doppio dell’arsenico nelle urine rispetto al resto della popolazione oggetto di studio.
«Per i celiaci seguire una dieta senza glutine è l’unico possibile trattamento, ma una percentuale di persone compresa tra il 28% e il 30% segue questo tipo di alimentazione sulla base di vantaggi per la salute solo presunti» scrivono gli autori, ricordando comunque che lo studio è trasversale e si basa su dati autoriferiti riguardo le diete senza glutine. «Seguire una dieta senza glutine può portare a una maggiore esposizione verso metalli tossici quali arsenico e mercurio soprattutto a causa dell’aumentata assunzione di riso, un cereale in grado di accumulare arsenico, mercurio e altri metalli dai fertilizzanti, così come dall’acqua e dal suolo» ipotizzano i ricercatori. E Bulka conclude: «Servono ulteriori studi per esaminare più a fondo l’esposizione a metalli tossici derivata dal consumo di alimenti senza glutine, anche perché un’esposizione, anche se modesta, ad arsenico e mercurio potrebbe incrementare il rischio di neoplasie e malattie croniche».Epidemiology. 2017. doi: 10.1097/EDE.0000000000000640

Le tre note sopra riportate provengono da Doctornews e sono copincollate: non c’è alcun mio personale apporto. Sono scienza e non opinioni. Pensate alla salute in modo congruo e razionale.

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