Il contatto pelle a pelle e il rooming-in nelle prime ore post-partum: attenzione massima ad alcune norme

 

d29bba86666dd672acc39163cfa21350CON PREGHIERA DI CONDIVIDERE CON DONNE IN STATO DI GRAVIDANZA O CHE ABBIANO PARTORITO DA POCO TEMPO Ad Ottobre 2016, in risposta ad una recensione del Prof. Riccardo Davanzo sul portale allattamento della società Italiana di Pediatria (http://allattamento.sip.it/letteratura-scientifica/lamerican-academy-of-pediatrics-su-pelle-a-pelle-e-nanna-sicura/), espressi i miei dubbi sulla sicurezza della metodica dello skin-to-skin precoce e del rooming-in (consigliati nei 10 passi OMS-UNICEF per favorire l’allattamento al seno) dato che l’attuale trend economico in Italia, per quanto attiene alla sanità, prevede tagli al personale e quindi diminuisce le possibilità di controllo della puerpera, spesso lasciata sola a gestire il neonato. Intendiamoci: sono a completo favore dello skin-to-skin e del contatto precoce, metodiche che rafforzano in modo incredibile il legame madre/figlio e che favoriscono l’incremento percentuale di allattamenti al seno esclusivi. L’aumento del rischio di complicanze anche in bambini apparentemente perfettamente sani, è di norma non altissimo (nelle varie casistiche in media è di circa 30 eventi per 100.000 nati) ma è pur presente sotto forma di SUPC (Sudden Unespected Postnatal Collapse) nelle prime ore e di SIDS (Sudden Infant Death) entro i primi giorni di vita. In quella risposta ho citato 4 steps importanti, nella mia esperienza, per coniugare efficacemente sicurezza dell’utenza ed aderenza al protocollo (rimando all’articolo citato nel link). Le norme di sicurezza (fare spesso il giro delle puerpere, assicurarsi che siano corrette le posizioni di madre e figlio, insegnare a curarsi del piccolo, riconoscere precocemente segni di disagio) richiedono personale dedicato, anche non numeroso ma quanto meno sufficiente. Le amministrazioni sono giocoforza sorde dati i pochi fondi disponibili: il personale è ridotto all’osso e spesso gravato da superlavoro. Un esempio? Nel nostro reparto, quando sono io il responsabile di guardia, il “giro-mamme” lo faccio personalmente – e più volte – dato che una sola infermiera pediatrica di turno (magari bloccata nel nido per aggiornamento telematico della cartella elettronica – una brutale e penosa perdita di tempo rispetto al cartaceo -, controlli di routine dei neonati, espletamento delle procedure per le dimissioni protette, assistenza di eventuali neonati in fototerapia o in incubatrice ecc.) non può farlo. Sarebbe auspicabile dunque che in ogni turno, anche di notte, ci siano sempre almeno due membri dello staff infermieristico. Ciò non sempre accade. Mi viene allora spontaneo citare qui gli steps caldeggiati dalla Società Italiana di Neonatologia e di Pediatria volti alla prevenzione della SUPC (tradotto: improvviso ed inaspettato collasso postnatale) che, non riconosciuto, può essere tanto grave da portare il neonato a morte, in modo che anche le mamme ne siano consapevoli e prime promotrici

NORME PER IL PERSONALE DI ASSISTENZA

a) PRIME DUE ORE DI VITA (SE IL BAMBINO NON FA OSSERVAZIONE TRANSIZIONALE): Sorvegliare sempre le neomamme specie se primigravide; assicurare e verificare una posizione appropriata del neonato durante lo skin-to-skin (SSC) osservando se naso e bocca sono scoperti e ben visibili. La posizione prona può essere accettata a patto che il bambino sia sul torace della mamma (non sopra la mammella, tra le mammelle o sull’addome) con il capo voltato da un lato, il collo eretto e bocca e naso scoperti. Comunque la posizione prona può essere effettuata se la madre è sorvegliata da qualcuno e non è sola. Evitare lo skin-to-skin se la madre è sedata o appare troppo stanca o assonnata a meno che non vi sia monitoraggio continuo da parte del personale. I primi attacchi al seno devono essere guidati da personale di assistenza.

b) DOPO LE PRIME DUE ORE DI VITA:  Se la donna è assonnata o sedata o se la madre è sola col bambino meglio evitare il bed-sharing. Se il bambino viene rinvenuto in co-bedding vicino ad una madre addormentata, il personale dovrà mettere il bambino in culla lasciando dormire la madre;  Evitare la posizione prona o laterale a meno che la madre non sia supervisionata e comunque non da sola; una supervisione frequente va fatta in relazione alla corretta posizione al seno e alla migliore posizione del bambino.

NORME PER LE MADRI

Si raccomanda la posizione supina quando il bambino è in culla evitando la posizione prona o laterale; la posizione prona è accettabile solo durante lo skin-to-skin e solo se la madre non è assonnata o sedata; durante lo skin-to-skin naso e bocca del bambino devono essere scoperti e ben visibili; non porre il bambino con la faccia su un seno o tra le mammelle e comunque il viso deve essere tenuto su un lato, con testa estesa;  evitare distrazioni mentre si ha il bambino in skin-to-skin e durante gli attacchi al seno (cellulari in particolare); se la donna si sente stanca o assonnata meglio mettere il bambino nella culla. Chiamare in caso di bisogno e comunque rivolgersi al personale di assistenza per aiuto

Questa è la linea guida citata nell’articolo di Davanzo (“Making the First Days of Life Safer: Preventing Sudden Unexpected Postnatal Collapse while Promoting Breastfeeding” Davanzo R et al. Journal of Human Lactation 2015, Vol. 31(1) 47–52). Come si vede tutti i consigli richiedono personale dedicato. Cerchiamo di fare del nostro meglio e coinvolgiamo i genitori, le madri, i parenti in questo processo volto a garantire il meglio ai nostri piccoli nuovi nati.   Grazie per l’eventuale attenzione. CON PREGHIERA DI CONDIVIDERE CON DONNE IN STATO DI GRAVIDANZA O CHE ABBIANO PARTORITO DA POCO TEMPO.

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