Pianti notturni di neonati e bambini: perchè avvengono e cosa fare durante il “Pavor”

 

Nelle fasi REM del sonno si sogna….e talvolta i sogni non sono gradevoli seppure fanno parte del vissuto quotidiano

I pianti notturni, nelle primissime fasi della vita, sono esperienza comune: non sempre è necessario intervenire ma è sempre importante saperne riconoscere la causa. Vorrei fornire qualche elemento per distinguere il pianto/richiamo dal pianto/fase REM del sonno: sono simili ma avvengono in circostanze diverse. Consolare quando è richiesto diviene naturale (dolori, coliche, difficoltà respiratorie da rinite o altro, pannolino sporco, sete) ma NON INTERVENIRE è altrettanto cruciale se si tratta di fase REM. E’ opportuno allora analizzare le circostanze e imparare a contestualizzare il pianto per differenziare il proprio comportamento genitoriale.

Pur non scendendo in particolari è opportuno capire cosa è il sonno e come agisce (in quanto momento irrinunciabile di “ricarica” psicofisica) nell’economia del benessere generale.

Il sonno in se comporta una modificazione dello stato di coscienza che avviene in un periodo di sospensione delle attività relazionali con l’ambiente circostante . E’ caratterizzato da vari gradi di profondità, ognuno con caratteristiche particolari e con differente funzione ma volendo semplificare potremo suddividerne lo svolgersi in due fasi principali: il sonno NON REM e il sonno REM. In sintesi estrema possiamo dire che nel sonno NON REM c’è un rilassamento muscolare completo accompagnato da una diminuzione del metabolismo sia fisico che cerebrale; nelle fasi REM invece (rapid eye movements) si assite ad una emersione degli elementi istintivi (profondi) del sistema nervoso centrale che comporta aumento della frequenza cardiaca, aumento della pressione sanguigna, movimenti rapidi degli occhi ed attivazione di alcune precise zone del cervello, accompagnati da una specie di ”paralisi” (è un termine un pò forte ma illustrativo) del sistema muscolare. Nel sonno fisiologico questa paralisi di ciò che è fisico, separata dall’attivazione di ciò che è psichico, dipende dal grado di maturazione del sistema nervoso e dalle esperienze vissute durante la veglia. Nelle fasi REM dei bambini piccoli (maturazione in corso) l’attivazione muscolare è ancora presente mentre nell’anziano è quasi totalmente assente: questo spiega come mai il sonno dei piccoli sembra più “agitato” di quello degli anziani.

Il sonno NON REM è quello prevalente in quanto a durata mentre il sonno REM, cumulativamente, dura 60-70 minuti in tutto, suddivisi in diversi (da 3 a 5) picchi di breve durata (circa 15-20 minuti ciascuno) che intervengono approssimativamente ogni 2 ore di sonno NON REM.

La salute psichica è garantita dalle fasi REM: durante questi periodi, infatti, c’è un rifasamento delle esperienze che si esprime attraverso il sogno: maggiore la quantità di esperienze e minore la presenza di filtri dati dalla maturazione del sistema nervoso, maggiore la possibilità che durante queste fasi vi sia coinvolgimento anche fisico attraverso manifestazioni macroscopiche (pianto, verbalizzazione, smanie, movimenti anche coordinati come richiamare, alzarsi, muoversi, afferrare, ecc.). Nei bambini piccoli (e fino a circa 8-10 anni) è frequentissimo il riscontro di sonni apparentemente disturbati ma in realtà fisiologici (al risveglio non c’è memoria di quanto accaduto e i bambini appaiono allegri e riposati nonostante vi siano state manifestazioni macroscopiche durante il sonno).

La privazione o il disturbo delle fasi REM porta in tempi brevi a disturbi di tipo caratteriale/comportamentale (problemi di memoria, ansia, difficoltà di applicazione alle attività diurne, nervosismo, ecc.)

La distribuzione delle fasi REM durante il sonno è, come detto, intermittente ma collocata in orari abbastanza prevedibili. Per la mia esperienza gli orari più frequenti sono l’una, le tre e le cinque del mattino: il bambino smania, sbuffa, si rigira nel lettino, talora parla o borbotta, piange, ride, compie movimenti di suzione, richiama, strilla, si alza in piedi. Quasi costantemente l’intervento dei genitori non è accompagnato da risoluzione dell’apparente disturbo ma anzi da resistenza e peggioramento delle manifestazioni: il bambino si dimena se preso in braccio e sembra difendersi da chi lo tocca o cerca di consolarlo, spesso amplificando le sue reazioni. Un’altra caratteristica del sonno REM nei bambini è che, pur dormendo, in questi periodi sono spesso ad occhi aperti (ed i genitori credono che il bambino sia sveglio quindi attribuiscono l’agitazione a fenomeni non legati al sonno).

Come detto prima le fasi REM hanno breve durata (circa 15-20 minuti ciascuna): l’esaurimento delle fasi riporta spontaneamente il bambino nel periodo NON REM di sonno profondo.

NON BISOGNA INTERFERIRE CON LE FASI REM. Il prezzo che si paga è piuttosto alto, se ci si pensa bene. Durante la veglia infatti il bambino tenderà ad essere irritabile e poco collaborativo, capriccioso, ansioso, se è stato ”disturbato” dagli inconsapevoli genitori (nei momenti di REM) i quali attribuiscono questo stato non al fatto che col loro intervento hanno decurtato il sonno di una sua importante benefica azione, ma alle manifestazioni in se (mi riferiscono che il bambino “dorme male”….quando in realtà stava dormendo benissimo finchè qualcuno non è andato ad interrompere).

Spesso l’intervento migliore è il non-intervento.

Ma come fare a distinguere questi pianti/richiami fisiologici del sonno, da quelli che invece dipendono da altro?

Bene: occorre fare una anamnesi.

1) Se il bambino è raffreddato è probabile che respiri a bocca aperta e quindi che si risvegli perchè ha disagio endorale (vuole bere). In questo caso è anche possibile che pianga perchè non riesce a respirare agevolmente. Pulire il naso, dare un pò di acqua e mettere il bambino sollevato spesso risolve

2) Se il bambino ha dolori addominali (coliche gassose o altro) il pianto è acuto e non è accompagnato da smanie o sbuffi precedenti

3) Se il bambino è in fase di eruzione dentaria il fastidio gengivale può dare origine a risvegli e pianti

Sono esempi dei moventi più probabili alternativi alle fasi REM: come si vede non sono comunque eventi che richiedano intervento immediato.

Quale è il mio consiglio, allora?

Se il bambino, alle 1 , 3 o 5 del mattino ha un sonno agitato, NON INTERVENIRE SUBITO ma lasciar passare i canonici 15-20 minuti: se il pianto prosegue si interviene, se cessa il problema è risolto.

Dopo i 5-6 mesi inoltre è necessario (per chi può farlo) mettere il bambino a dormire in un’altra stanza: in questo modo i genitori non saranno allarmati da ogni sospiro (che il silenzio e la quiete della notte amplificano) ma soltanto da eventi più significativi e rumorosi, quindi avranno a loro volta risvegli meno frequenti ed una minore interferenza sulle LORO fasi REM.

Ultima notazione: intervenire frequentemente (anche se non c’è bisogno) fa si che il bambino instauri un riflesso condizionato: all’evento corrisponde una gratificazione. Questo meccanismo porta ad una degenerazione dei fatti per cui il bambino richiama consapevolmente in modo tale che vi sia intervento (prendere in braccio, ninnare, andare nel lettone, ecc.). Attenzione, perchè non va salvaguardata la qualità del sonno soltanto del bambino MA ANCHE QUELLA DEI GENITORI.

Alla prossima.

8 pensieri su “Pianti notturni di neonati e bambini: perchè avvengono e cosa fare durante il “Pavor”

  1. Interessante la spiegazione delle fasi in effetti mio figlio si sveglia intorno a quegli orari e piange e cerca il titto però sta anche facendo i denti e ha avuto il raffreddore . Intervenire o no questo è il dilemma!

    • Ciao!! Anche il mio bimbo( 7 mesi) si sveglia e piange, un pianto inconsolabile, e fino che non amore gli occhi ni si tranquillizza … Si sveglia verso le 1 , poi verso le 4, e poi Alle 5 per lui e giorno , siamo 2 genitori disperati! Ho provato tutto, lui essendo un bimbo chie riusciva addormentarsi solo in braccio, nine nanne… PensAndo che fosse il contatto, ho cambiato tutto. Ora riesce addormentarsi da solo. Senza pianto senza latte, camomilla. Però gli pianto resta … :( ( non so più che fare!

  2. Aiuto io ho una bimba di 5 mesi…E spesso succede che durante il sonno pianga tanto e non si tranquillizza neanche se la prendo in braccio.. cosa può essere?? Aiutatemi xfavore

    • Gentile signora, questo non è un forum. Qui rispondo soltanto io. Se vuole può inviarmi una mail a tasca@tiscali.it , essendo il suo un caso specifico la cui utilità generale è relativa. Attendo sue notizie per cercare di capire

  3. Buona sera, ho la mia bimba di quasi 6 mesi che da un paio di settimane appena si addormenta piange disperata, occhi chiusi ed è inconsolabile, anche se presa in braccio. Non so cosa fare, si tranquillizza dopo 10-15 minuti.

  4. Salve,
    volevo sapere se qualcuno ha avuto qualche episodio in cui il proprio neonato abbia una crisi di pianto inconsolabile nel sonno sempre verso le 22:30 e le 23. Ho un figlio a cui gli è capitato per 3 volte e ha 11 mesi.
    Grazie delle vostre risposte.

  5. Salve, ho da porre una domanda. Mio figlio durante la notte si sveglia piangendo in maniera disperata senza nessun motivo. Il pianto come lasso di tempo varia dopo si riaddormenta e a volte può succedere di nuovo nella stessa notte…vorrei capire di che cosa si tratta. Durante il giorno è un bambino vivace, tranquillo e affettuoso. Grazie per l’attenzione.

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