Perchè si ha sete (fin da neonati)?

 

Sono noioso se continuo a ripetere che ai neonati va data anche acqua? Probabilmente si, mi rendo conto, ma occorre mettersi nei miei panni: continuo a vedere piccoli di pochi giorni (10-15) che invece di aumentare calano di peso (ben oltre il 10% del loro peso/nascita), con itteri che non scendono ma anzi tendono ad aumentare, con inerzie da ipoidratazione e da iperbilirubinemia che interferiscono con gli attacchi al seno, quindi non posso non portare avanti questa politica risolutiva che, si badi, non è dettata da una moda o da un interesse ma semplicemente dal rispetto della fisiologia umana.

Ho già pubblicato un articolo (http://stefanotasca.altervista.org/blog/acqua-ai-neonati-fondamentale/) sul blog concernente questo tema ma qui mi impegnerò a darne le ragioni fisiologiche dettagliate, seppure non scenderò in particolari troppo gravosi da leggere e da capire (osmolarità plasmatica, lper/ipotono del liquido interstiziale, sistema ADH/vasopressina/renina/angiotensina, ecc.).

Un piccolo sforzo di comprensione però lo ritengo utile quindi chi leggerà dovrà metterci un pò di impegno. Alla fine credo sarà possibile farsi un’idea di quanto è importante bere acqua per dissetare i piccini (E NON SOLO LATTE!!).

Alcuni termini vanno spiegati prima di iniziare:

OMEOSTASI: condizione di equilibrio fra sostanze presenti nell’organismo e funzionalità ottimale di organi e apparati

OSMOSI: meccanismo che tende ad equiparare la concentrazione delle sostanze disciolte in un solvente (l’acqua, nel caso dell’organismo) mediante passaggio di quest’ultimo da un fluido meno concentrato ad uno più concentrato. I sali “richiamano” acqua, detto in termini semplici

OSMOLARITA’: potere osmotico di un fluido in cui sia presente una determinata quantita’ di sostanze disciolte (sali, proteine, grassi, zuccheri, ecc.)

SOLUZIONE: insieme di un solvente (acqua) e di soluti (sali e quant’altro) nel quale le particelle di soluto sono tenute in sospensione dalle particelle di acqua. In relazione alla quantità di soluto la soluzione può “precipitare” : se la quantità di acqua non è sufficiente a tenere in sospensione tutte le particelle di soluto, quelle che “avanzano” non entrano in soluzione e tendono a separarsi dalla soluzione medesima

EMULSIONE: si dice di un insieme di solvente/soluto in cui le sostanze NON SI DISSOLVONO nel solvente ma vi si disperdono mantenendo la loro individualità. Il latte è una emulsione perchè non contiene solo sali e zuccheri (solubili) ma anche grassi (che sono insolubili in acqua e quindi risultano dispersi come tali nel solvente).

EMATOCRITO: valore espresso in percentuale che determina il rapporto fra plasma (liquido) e cellule (globuli rossi, bianchi, ecc.) nel sangue. Più è alto il valore, minore la quantità di liquidi presenti nel sangue (emoconcentrazione). Se l’ematocrito è alto il sangue è denso e circola con più difficoltà nei distretti periferici (incluso il cervello).

LIQUIDO INTRA ED EXTRACELLULARE: è il liquido presente dentro le cellule (INTRA) , tra una cellula e l’altra (EXTRA detto anche liquido interstiziale) e tra quest’ultimo e il sangue (sempre EXTRA ma detto anche circolante). Liquidi e sali, prima di arrivare alla cellula transitano per il liquido circolante e per quello extracellulare ma il percorso avviene anche al contrario (cellula-extracellulare-cicolante).

CENTRI DI REGOLAZIONE DEI LIQUIDI CORPOREI e delle sostanze disciolte: Parliamo di IPOTALAMO (centro della sete), di IPOFISI (vasopressina, ADH), di RENE (renina/angiotensina e filtrazione dei sali/riassorbimento liquidi), di SURRENE (Aldosterone) di COLON (riassorbimento dei liquidi dal contenuto fecale)

INIZIAMO A CAPIRE

Liquido intra ed extracellulare sono in equilibrio nel senso che in condizioni di omeostasi la concentrazione di sali è uguale. Il sangue aggiunge o toglie sostanze in caso di squilibrio. L’organismo costantemente perde sia acqua che sali (traspirazione, sudorazione. urine, feci, vapore acqueo eliminato con il respiro) quindi continuamente è costretto a riorganizzare le concentrazioni di soluti e solventi per mantenere l’omeostasi.

Nell’ipotalamo è presente un centro (detto CENTRO DELLA SETE) che funziona da OSMOCETTORE nel senso che inizia ad attivarsi quando l’osmosi tra liquido intra ed extracellulare SI ATTIVA (passaggio di solvente fra l’interstizio e le cellule). Il centro della sete scatena la ricerca, quindi, di un SOLVENTE , cioè di un fluido da utilizzare per DILUIRE l’eccesso di concentrazione di sali. SE NON ARRIVA SOLVENTE il liquido utile alla diluizione viene recuperato dal plasma  con passaggio di acqua tra il sangue e l’interstizio. Sinora l’equilibrio può essere mantenuto a spese della massa ematica che però va incontro ad emoconcentrazione (aumento dell’EMATOCRITO). Nel contempo tutti gli altri sistemi di mantenimento dell’omeostasi (ipofisi, surrene, rene, colon) trattengono i liquidi in eccesso per non perderli con feci e urine. Questo significa che si urina di meno (e le urine tendono ad essere molto concentrate) e si evacua con minore frequenza e maggiore consistenza (stipsi). Se si continua a non bere l’alterazione dell’omeostasi fa si che rallentino le reazioni intracellulari (che sono ALLA BASE DELLA VITA) dato che avvengono tutte in mezzo acquoso. Il risultato è torpore, sonnolenza, rallentamento generale, ipo/ipertono muscolare…insomma malessere, sostenuto anche dalla maggiore difficoltà di circolazione del sangue dovuta all’aumento dell’ematocrito (e questo, specie a livello cerebrale, non costituisce una situazione favorevole).

Quando si beve per sete (e non per sfizio) quindi si deve introdurre un SOLVENTE, cioè acqua, perchè quello che ci viene richiesto è appunto qualcosa che non contenga nulla di disciolto. Lo scopo infatti è quello di utilizzare il fluido per disciogliere l’eccesso di concentrazione di sostanze già presenti nel nostro organismo, causa dell’alterazione dell’omeostasi.

Questo IN ESTREMA SINTESI E SEMPLIFICAZIONE è quanto accade per regolare l’omeostasi e vale sia per gli adulti che per i bambini. E’ ovvio che i meccanismi coinvolti sono estremamente più complessi (feed back positivi e negativi, sete ipovolemica, sete osmotica, ecc.) ma quanto precede è verosimilmente sufficiente a spiegare perchè bere è fondamentale anche e soprattutto nella prima infanzia.

Se io ho sete e bevo latte (o brodo o qualsiasi altra SOLUZIONE o EMULSIONE) cosa accade?

Accade che insieme all’acqua (non interamente disponibile perchè impegnata a tenere in sospensione particelle disciolte o disperse)  INTRODUCO ALTRI SOLUTI (che certo non mi servono per l’omeostasi ma anzi tendono a peggiorare lo stato di squilibrio osmotico a livello intra/extracellulare).

Un neonato ha alcune caratteristiche particolari:

- Calo ponderale (che avviene nelle primissime ore di vita e va rispettato perchè già di per se tende a stabilire l’omeostasi) ed è dovuto ALLA PERDITA DEI LIQUIDI IN ECCESSO

- Rene immaturo (ancora incapace di fornire l’azione di filtro per rendere l’equilibrio acqua/sali efficiente)

- Ematocrito alto (per la poliglobulia) con valori che comunemente superano il 55-60% e talvolta arrivano al 65/70% (la norma è 45-50%)

Inoltre il primo secreto del seno materno NON E’ LATTE MATURO, la cui osmolarità è relativamente bassa (seppure sempre notevolmente superiore a quella dell’acqua semplice, ed anche se la produzione lattea è bifasica per cui all’inizio della emissione la concentrazione di sostanze è minore), ma COLOSTRO, in cui la concentrazione di sodio e cloro nonchè di zuccheri e proteine fornisce un’osmolarità piuttosto alta.

Quando il piccolo perde peso, dunque occorre OSSERVARE attentamente COME lo perde e QUANTO ne perde. E’ necessario infatti, in  condizioni di scarsa produzione di latte o di ritardo della montata o comunque in quei casi in cui il calo superi, rispetto al peso alla nascita, il 5% in prima giornata, l’8% in seconda e il 10% in terza giornata, valutarne lo stato generale di benessere (andamento dell’ittero, tono muscolare, vivacità, sonnolenza).

I neonati sono molto automatici nel ricercare i mezzi di mantenimento dell’omeostasi: basta fidarsi di loro. Non possiamo fare analisi o usare mezzi più o meno invasivi per stabilire i parametri di mantenimento degli equilibri per cui occorre ATTIVARSI nel fornire liquidi SOLVENTI (acqua in particolare) avendo cura di non forzarne l’assunzione. I neonati che HANNO BISOGNO DI BERE, BEVONO mentre quelli in equilibrio semplicemente rifiutano di bere. Quel che è certo è che un neonato NON E’ CAPACE DI CHIEDERE DA BERE SE HA SETE quindi siamo noi a dover intervenire ogni tanto con piccole quantità, senza forzare e ripetendo durante l’arco della giornata i tentativi di idratazione.

Spero con questo articolo di aver chiarito le motivazioni fisiologiche che sottendono allo scritto pubblicato in http://stefanotasca.altervista.org/blog/acqua-ai-neonati-fondamentale/

Au revoir e grazie per la pazienza

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